venerdì 22 settembre 2017

I BONDAGE DI ZAIA DIVENTANO SIGILLI PER IL TUNNEL PIÙ LUNGO DELLA PEDEMONTANA VENETA

Oggi 23 settembre 2017, con un richiamo in prima pagina, il CorVeneto a pagina 9 da la notizia dei sigilli alla SPV, confermando quanto avevamo annunciato ieri sera in una nota su Facebook. Il cantiere della Pedemontana Veneta per la costruzione del tunnel sud di Castelgomberto è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri Forestali. Hanno sequestrato un'area alterata dall'intervento di ripristino del crollo. Il lavorio di tecnici  e e operai era iniziato subito dopo lo sprofondamento, senza aver atteso l'intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri per la distruzione dei circa 40 m del torrente Poscola, letteralmente inghiottito nel tunnel. I cittadini hanno evidenziato non poche perplessità anche nell'immediato tanto da concretizzarle in segnalazioni e esposti su quel modus operandi, che appariva strano. Il buco del tunnel è la giusta metafora per il buco finanziario che tentano di mascherare con i Pedemontana bond, forse anche questi sono finiti giù per la canna sud sequestrata.
Ancora però i conti del buco non tornano, sembra una gara a minimizzare quelli del tunnel e quelli economici. La voragine che si é aperta non è di 5000mc ma di 16.000mc. Infatti è più che tripla perché a chi era presente l'11.09.17 si é trovato di fronte a un cono rovesciato con una base di 50m di diametro è una profondità di 25m. La geometria come l'economia non sono opinioni.
I fatti hanno per protagonista dottoressa Golin, pubblico ministero di Vicenza titolare dell'inchiesta sulla Pedemontana Veneta. Il 21.09.17 ha disposto il sequestro della canna sud del tunnel di Castelgomberto dove si é verificato il crollo della volta e la distruzione degli argini del torrente Poscola. I Carabinieri Forestali hanno posto i sigilli interrompendo i lavori dell'ormai famigerato tunnel.
 Noi lo avevamo detto chiaro che il cantiere del tunnel aveva delle anomalie, avevamo previsto questi eventi pericolosi in tre esposti che sottolineavano le carenze delle attività di progettazione. Emergono alcune legittime domande sull'opera, prima tra tutte ed i chi sono le responsabilità personali che hanno condotto alla distruzione degli argini del Poscola, precipitati con  tutto il torrente nel tunnel. Crediamo siano legittimi i dubbi sull'assetto tecnico e direttivo che guida la costruzione della SPV. È il caso di approfondire le parole del presidente della SICS Capocchi, ex subappaltatore della Pedeveneta, sulla nomina della nuova direzione lavori dopo l'arresto dell'ing. Perotti. Ci domandiamo in conclusione dopo il sequestro che fine facciano i Pedemontana Bond.
Portavoce CoVePA

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