venerdì 7 ottobre 2016

UNA GIORNATA PARTICOLARE PER IL COMMISSARIO DELLA SPV

Abbiamo ricevuto il resoconto di Morena Brogagnolo della giornata del 6 ottobre 2016 presso la Sezione di controllo della Corte dei Conti a Roma e volentieri pubblichiamo.
Ieri ho partecipato in veste di auditore per il Coordinamento Asolo-Castellana all'udienza presso la Corte dei Conti sulla Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta (opera realizzata in project financing).  Udienza alla quale sono convenuti il Commissario Vernizzi e il suo staff, i rappresentanti della Regione (presente 1 solo in realtà), i sindaci dei Comuni attraversati dall'opera (circa una 30 di rappresentati tra sindaci e assessori), il Direttore generale della Ditta Appaltatrice (Ing. Dogliani della Sis) i rappresentanti dei Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell'Economia e delle finanze, dell'Ambiente,  dei Beni Culturali, del Consiglio dei Ministri, della ragioneria dello Stato della sezione provinciale di competenza (Venezia), il Comitato Veneto Pedemontana alternativa e il Parco Sovracomunale della Civiltà delle Rogge. La relazione del giudice istruttore Antonio Mezzera è stata impietosa. 
A distanza di un anno dalla precedente relazione della Corte dove erano state evidenziate le seguenti criticità:
  • estrema lentezza dell’iter dell’opera
  • costi della struttura commissariale sovrapposti a quelli degli organi ordinariamente deputati alle stesse funzioni
  • carenze progettuali
  • clausole capestro nella convenzione del project finanzino
  • criticità inerenti l’esecuzione dell’opera
  • determinazione del computo degli espropri
  • esistenza di clausole contrattuali particolarmente favorevoli al concessionario 
  • criticità di ordine ambientale rilevate dal Ministero Competente
le risposte pervenute dalle amministrazioni sono risultate insoddisfacenti e "non in linea con quanto riportato dalle stesse amministrazioni in documenti ufficiali o in interviste sulla stampa” (cit.). 

Alle sollecite richieste di chiarimenti da parte del giudice Mezzera il Commissario e l’Ing. Dogliani della SIS hanno risposto cercando di dimostrare la bontà del loro operato, ribaltando le responsabilità dei ritardi nei lavori prima sulla continua necessità di rinegoziare il tracciato per garantire i necessari flussi di traffico e soddisfare così tutte le richieste provenienti dai territori attraversati, poi sul mancato appoggio da parte del Governo a finanziare l'opera e sul clima di sfiducia che si è instaurato sul mercato a causa della presa di posizione della Cassa Depositi e Prestiti che col suo studio sui volumi di traffico ha smentito la sostenibilità finanziaria dell’operazione.  In pratica considerate le stime dei volumi di traffico in ingresso, i pedaggi non saranno sufficienti a ripagare l’opera quindi i costi dovranno essere sostenuti dalla collettività. 
Molte perplessità su come si è svolta tutta la vicenda sono giunte unanimi dai funzionari dei vari ministeri coinvolti e dalla ragioneria dello stato che fino al 2015 non sono mai stati messi a conoscenza di quanto stava accadendo intorno a questa Grande Opera. Opera che avrebbe potuto essere realizzata ampliando il sedime stradale esistente per un tracciato di soli 35 Km con notevole risparmio di costi e di territorio.
I Sindaci hanno fatto quadrato attorno al Commissario difendendo la bontà del suo operato e chiedendo a gran voce l’ultimazione dell’opera che ha messo in ginocchio un territorio già fragile e auspicando l’intervento della CdP. Fragilità chiamata in causa da più sindaci sia per quanto riguarda il traffico veicolare leggero e pesante in attraversamento, sia per le criticità sociali, economiche e ambientali presenti. Molte delle aziende agricole espropriate sono in ginocchio perchè stanno ancora aspettando i rimborsi ma le loro terre sono state già occupate dai cantieri.

Il quadro che ne è emerso è a dir poco disastroso. Disastroso non solo sotto il profilo economico-finanziario (aspetto di stretta competenza della Corte dei Conti) ma anche sotto il profilo ambientale e paesaggistico, oltre che tecnico e politico. 
La Superstrada è stata voluta e costruita giustificandola con uno stato di EMERGENZA traffico (emergenza durata 7 anni) costruita ad hoc e che ha giustificato l’insediamento del Commissario. Emergenza che non c’era ma che ora c’è perchè  dal 2009 (anno dell’affidamento dell’opera a SIS e dell’inizio della crisi economica) ad oggi i cantieri sono stati aperti a macchia di leopardo lungo tutti i 90 Km del tracciato, sventrando in maniera irreversibile il territorio delle provincie di Treviso e Vicenza, tagliando da OVEST ad EST la fascia di ricarica dell’acquifero che alimenta quest’area importante del Veneto, complicando ulteriormente la viabilità interurbana ed extraurbana di quest’area del Veneto. 
Tutto questo però dalla stampa di oggi non emerge. Sono state volutamente e unanimemente censurate (episodio molto grave) le criticità che hanno portato il Commissario della SpV e la Regione Veneto davanti alla Corte dei Conti. Sono stati taciuti i comunicati stampa del CoVePa e del Parco delle Rogge che con coraggio e determinazione stanno portando avanti questa battaglia per SALVARE IL SALVABILE razionalizzando i costi e tagliando le spese inutili, visto che ormai il danno territoriale è stato fatto. Da più organi di informazione sono state invece deliberatamente evidenziate le carenze di Governo e di Cassa Depositi e Prestiti giustificando quest’opera come strategica per lo sviluppo del Veneto. 
Da cittadino residente e lavorante nei territori attraversati dalla Pedemontana, dal 2009 ad oggi, ho visto morire numerosi poli industriali dal tessile, al conciario, al calzaturiero e metalmeccanico (ciò significa aumento di capannoni vuoti) ma parallelamente ho visto crescere le lottizzazioni nelle aree vicine ai futuri svincoli della Spv ed i centri commerciali (la Grande distribuzione organizzata  ha bisogno di trasporto su gomma ma  non produce valore aggiunto).  L’unico settore che ha retto alla crisi economica di questi anni è stato quello agroalimentare  ma la Pedemontana ha messo in ginocchio anche molte aziende del settore agricolo che riforniscono questo settore. Un esempio per tutte è quello delle stalle da latte che private dei loro campi non sono più in grado di mantenere i loro animali  e che quindi devono ricorrere al mercato per alimentarli con inevitabile aumento dei costi e perdita di competitività, alla faccia della tanto invocata ECONOMIA CIRCOLARE. Ma allora mi chiedo qual è lo sviluppo strategico che ci attende?
Ringrazio fin d’ora chi nel gruppo vorrà sostenere il CoVePa in difesa della legalità e di un paesaggio già fortemente segnato dall’urbanizzazione diffusa.

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