venerdì 5 febbraio 2016

PAGELLE PEDEMONTANE: IL CONSIGLIO DISTATO NON OSI PISCIARE SULLA CORTE DEI CONTI!




Sei anni prima dell'arresto dell'ex padrone di Villa Rodella, anche il MOSE, nel 2008, incontrò l'indagine della Corte dei Conti guidata dal consigliere Mezzera. Qualcuno si crogiola parlando di dubbi dei giudici, di assoluzione, di assenza di prescrizioni e di zero reati, ma se tanto mi da tanto, con questa premessa c'è da aspettarsi di tutto anche per la SPV. Speriamo non ci vogliano 6 anni e per questo valga quanto ci ha invitato a fare il consigliere Mezzera, consiglio che abbiamo seguito rivolgendoci alle procure competenti.

Siamo in periodo di pagelle e quella della Pedemontana Veneta è piena di 4. I professori hanno dovuto mandare una lettera al puparo. Il nostro contributo alla pagella sarà dato dall'udienza del 10 marzo 2016 al Consiglio di Stato perché ristabilisca il diritto delle due sentenza del TAR Lazio del 2011 e del 2012, contro l'evidente abiezione morale e giuridica delle recenti sentenze del 2015. Ci auguriamo che nella nell'udienza davanti al Consiglio di Stato, i giudici nonostante siano troppo vicini al governo, non osino pensare di salvare il marcio e il verminaio che cova nel sistema Pedemontana Veneta. Perché noi non staremo a guardare questa volta, non solo alzeremo la voce ma faremo qualcosa di più per contrastare una sentenza che qualcuno sembra aver già scritto: non staremo a guardare se il Consiglio di Stato osasse non tenere conto della relazione della 1^ e 2^ Sezione della Corte dei Conti, sarebbe come se pisciasse sulle scarpe dei magistrati contabili, dei cittadini e della democrazia.
Vogliamo ricordare che sono quindici anni che è partita l'operazione Pedemontana Veneta in “progetfinanising alla veneziana”, modello MOSE. Da quel 31 marzo 2001 quando Zaia, insieme a Galan e alla Dal Lago, abbandonò la conferenza dei servizi di Castelfranco, dove si parlava di un'opera più corta e con il quadruplo di accessi, adesso siamo difronte a una infrastruttura neanche confrontabile con quella di allora. Sappiamo come è finito Galan, per via del MOSE, e non c'è nulla di tranquillizzante da quanto emerge dalla Corte.
Sei anni prima dell'arresto dell'ex padrone di Villa Rodella, anche il MOSE, nel 2008, incontrò l'indagine della Corte dei Conti guidata dal consigliere Mezzera. Qualcuno si crogiola parlando di dubbi dei giudici, di assoluzione, di assenza di prescrizioni e di zero reati, ma se tanto mi da tanto, con questa premessa c'è da aspettarsi di tutto anche per la SPV. Speriamo non ci vogliano 6 anni e per questo valga quanto ci ha invitato a fare il consigliere Mezzera, consiglio che abbiamo seguito rivolgendoci alle procure competenti.
E' troppo facile dimenticarsi dell'arresto dell'ing. Perotti direttore dei lavori di SPV, e dei maneggi di Incalza sulla SPV: non sono privi di significato i richiami della Corte dei Conti ai silenzi pericolosi del ministero delle infrastrutture sulla nostra infrastruttura. Possibile che la procura di Roma non abbia nulla da dire sui componenti e le azioni dell'unità di missione grandi opere del MIT? 
Lo smemorato presidente di VenetoStrade dimentica che su di lui penderebbe, presso la procura di Venezia, un'indagine per aver negato i documenti nel ricorso al Tar che ci vede ora davanti al Consiglio di Stato. Dimentica soprattutto di aver rifiutato di ottemperare all'ordinanza del TAR Lazio del 31/03/2011, che gli aveva ordinato di consegnare ai ricorrenti anche il contratto di concessione e il piano economico e finanziario, e questi sono fatti di rilevanza penale non di poco conto per un pubblico ufficiale. Il Procuratore Capo di Venezia e il suo aggiunto non possono più continuare a tenere ancora per molto nel cassetto quei fascicoli.

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