mercoledì 6 gennaio 2016

Spv, alcune riflessioni dopo l'udienza della corte dei Conti del 21 dicembre 2015

Pittore di Licurgo - Aiace e Cassandra
A beneficio di chi da anni segue la nostra attività riteniamo di dovere fare alcune considerazioni dopo l'udienza del 21 dicembre 2015 alla quale la Corte dei conti ha chiamato tutti i soggetti in qualche modo coinvolti nel processo decisionale e progettuale
relativo alla Superstrada Pedemontana Veneta.
 Eravamo alla Corte dei Conti a Roma presso la sezione centrale di controllo siamo intervenuti in dissonanza dall'ammucchiata di sindaci a corollario di Vernizzi e Dogliani. Siamo intervenuti con un nostro documento dove abbiamo chiesto di indagare le eventuali responsabilità individuali legate alla finta approvazione dell'esecutivo nel 2013 e alle sue continue modifiche. Abbiamo ascoltato il consigliere Mezzera sottolineare che la SPV è senza finanziamento privato. Il relatore ha duramente sottolineato la questione relativa al fatto se il commissario sia realmente proficuo e se i suoi atti rispondano ai caratteri di efficienza, efficacia ed economicità. Non sono stati rispettati i programmi per la presentazione delle coperture finanziarie entro il 2015. È stato pesante il resoconto del Capo della SIS sui conti della SPV passato sotto silenzio dalla stampa e dagli amministratori locali presenti, ha parlato di 470 mln€ spesi. I fondi privati sono gravemente insufficienti tanto che una persona ragionevole ormai a 6 anni e mezzo dall'affidamento in concessione e dal commissariamento chiederebbe la rinegoziazione del contratto se non l'insolvenza del contraente. Il piagnisteo dei sindaci presenti ha chiesto la realizzazione delle opere complanari, mettendo in difficoltà l'ass. De Berti che ha dovuto ammettere che tali opere sono fuori dalle opere finanziate dal contratto. La mancanza di fondi privati sarà coperta con un ardita operazione finanziaria internazionale. I contenziosi si sono estesi per tutta la durata del progetto a partire dal progetto preliminare, ma quelli più importanti sono stati i due conclusi con le sentenze del dicembre 2011 e del febbraio 2012.
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01. Roma Corte dei Conti. Il 21 dicembre 2015 abbiamo assistito alla riunione pubblica del consiglio incaricato di indagare sulla SPV. Eravamo alla Corte dei Conti a Roma presso la sezione centrale di controllo siamo intervenuti in dissonanza dall'ammucchiata di sindaci a corollario di Vernizzi e Dogliani.
02. Siamo intervenuti con un nostro documento dove abbiamo chiesto di indagare le eventuali responsabilità individuali legate alla finta approvazione dell'esecutivo nel 2013 e alle sue continue modifiche che hanno stravolto la procedura spostando la progettazione esecutiva ben oltre i termini per l'assegnazione dei capitali pubblici. Con questi atti sono stati assegnati 370mln e governativi con la prescrizione di avere concluso il progetto esecutivo entro il 31/12/2013, mentre per tutti i due anni successivi abbiamo riscontrato significative «modifiche» alla approvazione del progetto esecutivo. Valga per tutte il fatto che la progettazione esecutiva della galleria Castelgomberto-Malo è ancora in corso e i suoi lavori non sono ancora iniziati.
03. Abbiamo ascoltato il consigliere Mezzera sottolineare che la SPV è senza finanziamento privato, sollecitando l'invio di una nota di dettaglio sulla definizione dei rapporti con le banche finanziatrici. Ha posto in evidenza che la quasi totalità delle opere complementari è priva di finanziamenti, soprattutto sono definanziate anche quelle complementari poste in concessione senza che da ciò ne derivi una diminuzione dei costi complessivi dell'opera. Anzi al contrario il resto delle opere rimane finanziato con gli stessi importi, costituendo di fatto un aumento dei costi pari ai km di opere complementari temporaneamente sospese di cui non è dato conoscerne l'ammontare ma che
comprendono il nodo dello svincolo di Breganze per la connessione alla nuova complanare tra Breganze e Bassano, il tracciato di connessione tra Mussolente-Loria e Castefranco V.to e le vie di accesso agli svincoli dei caselli in provincia di Treviso. La viabilità di accesso in totale, secondo l'articolo 2, ammonta a 48,3 km di strade non a pedaggio previste nel contratto di concessione del 2009(https://drive.google.com/file/d/0B4hgrkEgY4AXOWU4UG1DUm5ZaVE/edit?usp=sharing).noi sembra che che ne siano realizzati circa la metà cioè i principali tra Montecchio e Trissino e quelli tra Breganze e Bassano insotituzione della viabilità pubblica non a pedaggio occupata dal tracciato della nuova SPV.
04. Il relatore ha duramente sottolineato la questione relativa al fatto se il commissario sia realmente proficuo e se i suoi atti rispondano ai caratteri di efficienza, efficacia ed economicità. I dubbi sono reali e pesanti sugli atti del commissario che a detta di Mezzera non risultano corrispondere ad un più generale concetto di correttezza e utilità che deve essere al centro di ogni atto della pubblica amministrazione. Questo a mio giudizio è ancora più grave se si pensa che dopo 6 anni di commissariamento abbiamo un avanzamento lavori del 16% con la quasi totalità dei lavori effettuati sinora in sub appalto e la quasi esclusiva utilizzazione per i lavori di fondi pubblici con la conseguente la totale mancanza dei fondi privati. Ha specificato un ammontare di 244 mln€ spesi finora di cui quasi 200 mln€ di origine pubblica. Sembra dunque che il commissario abbia giovato a tutt'altro che alla buona amministrazione come nel caso della citata approvazione del progetto esecutivo, o del reperimento dei fondi pubblici. C'è veramente da chiedersi se egli e la sua corte dei miracoli non abbiano invece costituito un ombrello protettivo alle inadempienza della SPV a cavallo della linea d'ombra tra ciò che è lecito e ciò che è illecito.
05. Non sono stati rispettati i programmi per la presentazione delle coperture finanziarie entro il 2015. L'ing. Claudio Dogliani Direttore Generale del consorzio stabile SIS concessionario della SPV e della SPVspa, ha dovuto rispondere a una domanda diretta del presidente D'Auria ammettendo che avrebbe chiuso il finanziamento privato con le banche il 1°quadrimestre del 2016.
06. È stato pesante il resoconto del Capo della SIS sui conti della SPV passato sotto silenzio dalla stampa e dagli amministratori locali presenti, ha parlato di 470 mln€ spesi
finora suddivisi in «280 mln€ di contributo pubblico per avanzamento lavori, 85 mln€ di capitale sociale versato dalla società(SPVspa ndr), 38 mln€ di finanziamento bancario in essere, 34 mln€ di recupero IVA e 37 mln€ di lavori non pagati». Appare evidente da queste cifre che la percentuale di investimenti pubblici finora garantita in SPV è ben superiore al 75% e che i soli investimenti privati nei lavori ammontano ai 38 milioni di finanziamento bancario oltre al capitale della SPVspa che è pari a 85 mln€ ben al di sotto di quanto dichiarato nel contratto e nella ragione societaria.
07. I fondi privati sono gravemente insufficienti tanto che una persona ragionevole ormai a 6 anni e mezzo dall'affidamento in concessione e dal commissariamento chiederebbe la rinegoziazione del contratto se non l'insolvenza del contraente visto che SPVspa società di progetto, esecuzione e gestione di pedemontana veneta è mololto al disotto della capacità finanziaria impostale dal contratto. SPVspa dovrebbe avere un capitale sociale di 200mln€ come dichiara nella propria ragione sociale, invece ne ha versati solo 85mln€. Infine il contraente principale secondo il contratto aggiornato nel 2013 (p.8 cap. 6 c.A All. 1 https://drive.google.com/file/d/0B4hgrkEgY4AXeEVvbzA5WVF1eWM/edit) dovrebbe portare l'utilizzo di proprio capitale da 367mln€ a ben 500 mln. Questa cosa non solo è lungi dall'essere verificata ma neppure risulta alcuna traccia, anzi il consorzio stabile SISscpa ha un bilancio tra il 2013-2014 appena in equilibrio come emerge dal bilancio del Gruppo Sacyr-Vallermoso suo componenete (cfr. pp 86-87/198 http://www.sacyr.com/es_en/images/CC%20AA%20Grupo %20Sacyr%202014%20INGLES_tcm30-20209.pdf).
08. Il piagnisteo dei sindaci presenti ha chiesto la realizzazione delle opere complanari, mettendo in difficoltà l'ass. De Berti che ha dovuto ammettere che tali opere sono fuori dalle opere finanziate dal contratto di concessione. Mancano infatti nel complesso almeno 300 mln€ tra i quali oltre 100mln per i 21 km tra Mussolente e Castelfranco e i 6 km dello snodo di Breganze attorno alla Laverda e alla Diesel, come pure la dozzina di tratti di raccordo stradali attorno ai caselli che potrebbero ammontare come quello di Castelgomberto a 12 mln€. A questi si aggiungono i 164 mln€ che la Regione Veneto ha chiesto di inserire nella cosiddetta Legge Obiettivo con la DGRV n. 159 del 13 febbraio 2015 avente per oggetto: “Programma Infrastrutture Strategiche. XII° Allegato infrastrutture. Approvazione dell'elenco aggiornato delle opere infrastrutturali ritenute strategiche ed indifferibili per la Regione del Veneto. L. 21 dicembre 2001, n. 443”, pubblicato su Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto n. 21 del 3 marzo 2015 (http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=292630). L’allegato 2 riguarda gli interventi da inserire nei quali spiccano i 164 mln€ per la viabilità di raccordo della SPV.
09. La mancanza di fondi privati sarà coperta con un ardita operazione finanziaria internazionale. Dogliani ha dovuto argomentare il dettaglio dei costi delle capitalizzazioni con i ProjectBond, che è la condizione indispensabile per far proseguire la SPV. Ma ha dimenticato di dire che prima dovrà ottenere le coperture richieste alla Commissione Europea dove la SPV è stata candidata a ricevere garanzie fina a 1.300 mlne tramite la BEI e il FEI. Operazione che non sarà facile ottenere, soprattutto entro il primo quadrimestre 2016. La tempistica è dunque allungata e siamo alle solite storielle, i fondi europei di garanzia sono fondi pubblici. È improrogabile la verifica del contratto che è evidente un contratto di concessione finanziato con fondi pubblici.
10. I contenziosi si sono estesi per tutta la durata del progetto a partire dal progetto preliminare, ma quelli più importanti sono stati i due conclusi con le sentenze del dicembre 2011 e del febbraio 2012. Sia la prima tenuta dal signor patrizio zen che la seconda hanno visto resistere contro la falsa emergenza e l'illegittima nomina due pubbliche amministrazioni: nel primo caso la Provincia di Treviso in adiuvandum e nel secondo il Comune di Villaverla. Poco conta che queste siano finite nel ginepraio del consiglio di stato, ciò che è importante è che questo sia stato ottenuto con alcuni milioni di € ai ricorrenti di fatto una sorta di mercato delle vacche. Quelle sentenze però hanno sancito il potenziale eversivo contenuto nella sistematica applicazione delle leggi sulla protezione civile e sulle opere pubbliche da parte di governo e regione veneto. Il commissario si è nascosto dietro due battaglie vinte quelle in Corte Costituzionale e la più recente ottenuta al TAR Lazio questa estate. Dovrà affrontarne un'altra ora in consiglio di Stato dove un gruppo di tenaci resistenti ha deciso di portare la SPV ancora con 4 ricorsi al Consiglio di Stato. Qui dovranno rispondere soprattutto i giudici del TAR Lazio
che hanno emesso la recente sentenza dell'agosto del 2015 copiando ampi stralci della memoria della Regione Veneto, fatto degno di segnalazione al presidente della repubblica e al CSM.
Massimo Follesa portavoce Covepa - Coordinamento veneto Pedemontana alternativa
covepa.veneto@gmail.com
03 gennaio 2015

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