martedì 11 agosto 2015

Spv: diffida al sindaco di Pianezze su bassanonotizie del 11.08.2015 dal min. 3.56

BASSANO TG - 11/08/2015 - ESPROPRI PEDEMONTANA: ANCORA POLEMICHE A PIANEZZE

Follesa e il caso Pianezze

Tratto da TAEPILE
 
La portavoce del Covepa di Bassano del Grappa diffida il sindaco di Pianezze per una querelle urbanistica che riguarda gli espropri della Pedemontana Veneta. Massimo Follesa, portavoce del Covepa, commenta a caldo.

SPV-ESPROPRI DIFFIDA AL SINDACO DI PIANEZZE

www.ilgiornaledivicenza.it
Perchè il sindaco di Pianezze Luca Vendramin nasconde la faccia? Perchè l'ha persa di fronte alle asine di Matilde, che hanno più dignità nel caso dell'esproprio simbolo della SPV
Matilde Cortese portavoce del CoVePA di Bassano del Grappa ieri 11/08/15 ha tenuto una conferenza stampa a Pianezze nei luoghi del cantiere della SPV per spiegare cosa è successo. In relazione alla vicenda dell'esproprio della Pedemontana Veneta nei terreni della azienda agricola della sua famiglia, Matilde Cortese ha presentato i documenti depositati al protocollo del comune di Pianezze. 
Matilde ha dichiarato:"riguardano la diffida ad adempiere nei confronti del sindaco di Pianezze Dott. Luca Vendramin perché ritiri gli atti che compiuto a discapito della azienda di famiglia e della trattativa in corso. Essi sono inseriti nella nota vicenda degli espropri che ogni cittadino può subire, da parte di un ente pubblico rappresentato da un Sindaco che con la recente delibera del 30 luglio del 2015 si è piegato alla speculazione immobiliare. Si è dimostrato così prono da avvallare atti in cui si prevede l'esproprio di un brandello della azienda lontana dalla SPV, al margine dell'area industriale di Pianezze e che nulla ha a che vedere con la viabilità complementare della SPV, ma tesa solo ad avvallare gli interessi di chi vuole continuare a costruire capannoni. Non ha nemmeno avuto il coraggio di rispondere di persona alle proposte e alle richieste che gli avevo inviato e sollecitato."
Luca Vendramin e la sua Giunta hanno rifiutato tutte le proposte di mediazione che in questo momento sono al vaglio del tavolo presso la sede del Commissario Vernizzi.

lunedì 10 agosto 2015

A4-A31 ACCORDO CON ABERTIS

www.corrierecomunicazioni.it
Abertis ha firmato un accordo di esclusiva per l'acquisto del controllo di A4 Holding, a cui fanno capo le autostrade italiane A4 (Brescia-Padova) e A31 (Vicenza-Piovene-Rocchette).

giovedì 6 agosto 2015

Ddl Madia, addio territorio italiano

corrieredelmezzogiorno.corriere.it
TRATTO DA www.altreconomia.it
Da oggi, "Se il governo vuol fare un’autostrada in un bosco secolare o in un centro storico, lo chiede a qualcuno che è diretto dai prefetti: cioè sostanzialmente a se stesso", così Tomaso Montanari -storico dell'Arte che insegna all'Università di Napoli- a poche ore dall'approvazione del Senato del provvedimento delega fortemente voluto dal presidente del Consiglio che smantella le Soprintendenze.
Il ddl Madia sulla presunta riforma della pubblica amministrazione è legge. Dopo che il Senato della Repubblica ha definitivamente approvato la norma di delega (S.1577-B) -il 4 agosto-, il presidente del Consiglio ha inviato un “abbraccio ai gufi” via Twitter. Sarcasmo che stride con l'accorato appello rivolto a fine luglio da un gruppo di intellettuali -tra cui Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Corrado Stajano, Dario Fo- al presidente della Repubblica e al ministro dei Beni culturali per “fermare il ddl Madia”, e sottoscritto da da più di 23mila persone. "Il più grave attacco al sistema della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale mai perpetrato da un Governo della Repubblica -recitava il manifesto a proposito del provvedimento-. Anzi, l’attacco finale e definitivo”.
Ad approvazione avvenuta, abbiamo sentito Tomaso Montanari, storico dell’Arte che insegna all’Università di Napoli. Che si dice “molto pessimista”.

Project financing. Zanoni (PD): legge-scaricabarile. persa un'enorme occasione di riforma

gruppodinterventogiuridicoweb.com
Tratto da www.consiglioveneto.it 
(Arv) Venezia 5 ago. 2015 -     “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni, commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza – ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale - prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare. “E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
(Arv) Venezia 5 ago. 2015 -     “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni, commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza – ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale - prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare. “E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
- See more at: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=80&p=84&c=5&e=88&t=1&idNotizia=28632#sthash.iQnzzrzs.dpuf
(Arv) Venezia 5 ago. 2015 -     “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni, commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza – ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale - prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare. “E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
- See more at: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=80&p=84&c=5&e=88&t=1&idNotizia=28632#sthash.iQnzzrzs.dpuf

SPV: IL COVEPA CHIEDE INCONTRO CON LA DE BERTI

In questa giornata che ricorda il bombardamento atomico sulla città di Hiroshima abbiamo inviato all'assessore regionale Elisa De Berti una richiesta di incontro.
Abbiamo visto che negli ultimi giorni ha preso in mano le questioni di legalità relative alle opere e ai cantieri del veneto con il nuovo protocollo sottoscritto con i prefetti, oltre ad aver aperto un tavolo sugli espropri della Pedemontana Veneta con coloro i quali rappresentano una parte importante degli espropriati ma pur sempre una parte e sicuramente la meno critica.
Siamo consci che l'accusa di essere gli uffici contratti della SPV, rivolta a questi da parte di molti soggetti interessati ai disastri della Pedemontana Veneta, non sia destituita di fondamento, soprattutto dopo aver sottoscritto l'accordo di Renato Chisso e di SilvanoVernizzi sugli espropri.
Per questo e per affrontare un confronto costruttivo sugli aspetti di programmazione e sugli atti di indirizzo regionali, in particolare sul tema della progettazione di finanza e sulle contraddizioni della Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta abbiamo avanzato la richiesta di un incontro, in cui confrontarci sui seguenti aspetti di dettaglio:
  1. Nuova legge regionale sui progetti di finanza.
  2. Programma Regionale dei Trasporti, pianificazione delle risorse e regole nella revisione delle proposte di progettazione di finanza.
  3. Soluzioni integrative delle infrastrutture stradali con servizio ferroviario nella Pedemontana Veneta a completamento del SFMR.
  4. Aggiornamento sulla situazione finanziaria e sul Piano economico e finanziario della SPV.
  5. Attuazione dei lavori, violazioni della progettazione, degli accordi e della programmazione economica nella attuazione della SPV.
  6. Situazione degli Espropri, modello degli accordi e dei contatti di SPV.
  7. Viabilità complementare non a pagamento a servizio del territorio nella Pedemontana trevigiana e vicentina.
Elvio Gatto
Matilde Cortese
Massimo Follesa

martedì 4 agosto 2015

LA PISTOLA FUMANTE DI ZAIA

nathancharles.net
Pubblichiamo la nota dell'arch. Carlo Costantini che chiarisce in queste ore di attesa, cosa sta dietro alle proposte di Luca Zaia sui Project Financing. Dirsi stupiti dei progetti di legge di Zaia presentati alla fine di giugno è inutile, in particolare il n. 15 protocollato il 29/06/2015 a firma Luca Zaia lo smaschera. Infatti un presidente della giunta rieletto con oltre il 50% dei votanti la dice lunga sul mandato che potrebbe intraprendere, e invece no: deposita una ridda di proposte tutte a vantaggio di chi finanzia la politica e non certo di quella maggioranza che lo ha votato. La firma di Luca Zaia sulla proposta per la riforma dei “progetfinansing” è la pistola fumante che lo inchioda alle sue responsabilità con cui apre il suo secondo mandato. Se è così sarà tutto volto a parare le chiappe al sistema veneto, una vera e propria “camurria”, un imbroglio, una mafia veneta insomma che secondo il detto “schei e amicisia orba la giustisia”, tende a coprire le perdite adesso che la festa è veramente finita. A chiudere il festino sono le "regole" dell'economia italiana, ancora in piena crisi, che vuole togliersi di dosso il sistema delle tangenti e dei falsi progetti di finanza senza passare dalla galera (NDR).
L'obiettivo del PDL n.15 di Zaia è il Project Financing, vale a dire che è cercare di mettere la classica pietra sopra ad "errori" di valutazione ed atti che spesso sono andati oltre la linea d'ombra del lecito-illecito. Questi atti sono stati compiuti dalle giunte Galan-Chisso e dalla stessa Giunta Zaia-Chisso. A questi atti non sono mancate i si ossequiosi dei colonnelli, dei soldati semplici e dei dirigenti regionali del Nucleo di Valutazione e Verifica, con la regia del super-dirigente Vernizzi, che avevano recepito tutti i progetti presentati nella programmazione regionale, contribuendo a dichiararli di pubblico interesse. Sono tutti stati preceduti dagli accordi tra Galan e Baita con dietro tutto il gruppo facente capo alle imprese della CVN ( si veda "Veneto anno zero" di R. Mazzaro e ciò che lo stesso Baita dichiara negli interrogatori dell'inchiesta che lo ha coinvolto e perfino Galan lo dice nel libro-intervista "Il Nordest sono io"). In altre parole, Zaia ha capito che - con il cambio della guardia tra Lupi e Del Rio (e Padoan che tiene i conti) - i finanziamenti pubblici non potranno più lievitare, come nel caso del Mose e della Pedemontana Veneta. Oramai gli è chiaro che alcuni dei PF presentati e/o accolti sono finanziariamente insostenibili, con il PDL n.15 Zaia vuole avere un mandato in bianco dal Consiglio, ovvero una copertura politica e giuridica per ritrattarli. E' significativo che questo atto al limite, non venga preceduto da un passaggio in giunta, anzi che la neo assessore De Berti, da avvocato si guardi bene dal metterci le mani e il nome come pure il presidente.
Più che una ritrattazione sembra che si prepari una nuova negoziazione con buone uscite per tutti, che non avendo alcun riscontro in sede pubblica e con il vaglio del Consiglio regionale e il controllo delle opposizioni, potrà avvenire con la più ampia discrezionalità nel decidere quali confermare e quali revocare, e a quale prezzo per le casse regionali. Ricordiamo ancora che non a caso i 150 milioni previsti quali risarcimenti corrispondono all'1% dei 15 miliardi dell'importo delle opere in PF: una buona uscita per i progetti preliminari.

E' da rilevare che praticamente tutti i PF dell'elenco fornito al consiglio regionale, probabilmente incompleto, sono riconducibili alle stesse persone e alle stesse ditte. In primo luogo si tratta della Mantovani SpA e della Adria Infrastrutture SpA, società controllata dalla stessa Mantovani, ma di cui, secondo ciò che emerge dalle pubblicazioni degli atti dell'inchiesta MOSE disponibili, Galan e Chisso avrebbero detenuto quote azionarie attraverso l'ex segretaria di Galan, la Claudia Minutillo.

lunedì 3 agosto 2015

IL COVEPA DIFFIDA IL PROGETFINANSING ALLA VENEZIANA: le cipolle di Galan adesso le taglia Zaia!

risottoallozafferano.wordpress.com
Stamane il CoVePA nella persona del portavoce dell'ovest vicentino, ha inviato una formale diffida alla Regione Veneto (allegato 1), perché chi di dovere si impegni affinché il progetto di legge n. 15 del 26.06.2015 sulla revisione dei project financing (allegato 2) non passi. Si tratta di una norma che se approvata espone la Regione Veneto a possibili azioni risarcitorie proprio da parte di quei soggetti che oltre a scassare i territorio si apprestano a scassare ancor più le finanze regionali. Siamo ben certi che la maggioranza tirerà diritta e userà i suoi numeri per votare senza se e senza ma, e a passo di carica, un provvedimento che già si annuncia gravido di conseguenze negative, che qualcuno ha già cominciato ad evidenziare sia sui media che nell'agone politico veneto.
I consiglieri di maggioranza, probabilmente senza leggerlo fino in fondo, hanno votato in commissione un provvedimento “perché lo vuole Zaia”. Hanno dimostrato così poco senso delle istituzioni e ancora meno del bene pubblico e soprattutto di quello comune. Possibile che non si siano resi conto di essere i soldatini ossequiosi di un Presidente che vuole salvare ciò che non è salvabile e per giunta con i soldi dei veneti: le proposte di autostrade degli amici di Galan, Baita e Mazzacurati, tutti in legge obiettivo e in finanza di progetto ormai fallita!
Il progetto di legge di Zaia contiene norme pericolose e ambigue. La nuova norma di modifica della legge regionale sui “progefinasing alla veneziana”, continua con le cipolle di Galan, ma questa volta le taglia Luca Zaia e l'alloro ce lo mettono gli amichetti degli uffici legali delle decine di società coinvolte nei 15 mld di € di infrastrutture autostradali del Veneto. Guarda caso proprio con 150mln di €, l'1% di quella torta, Zaia costituisce il finanziamento per pagare le progettazioni di finanza coi buchi.
Chi vota quella legge sappia però che si espone di persona. Sarà nostra cura muoverci nelle sedi opportune a partire dall'ambito penale e da quello erariale perché nel caso in cui in futuro si avverassero le nostre previsioni chi deve pagare paghi. E di tasca propria e, se del caso, con la galera. A certi signori, a partire dal primo firmatario del progetto di legge, tale Luca Zaia, sembra che il caso Mose, poco o nulla abbia insegnato. Arrivederci nei campi, nelle piazze e nei tribunali.

Massimo Follesa - portavoce CoVePA OvestVI

Il Galan che è in Zaia di M.M.

corrieredelveneto.corriere.it
Presentiamo l'articolo tratto da TAEPILE di M. Milioni con la pericolosa e ambigua nuova norma di modifica della legge regionale sui progefinasinga alla veneziana. Le cipolle questa volta le taglia Luca Zaia e l'alloro ce lo mettono gli amichetti degli uffici legali delle decine di società coinvolte nei 15 mld di € di infrastrutture autostradali del Veneto. Guarda caso proprio l'1% di quella somma costituisce il finaziamento per pagare le progettazioni di finanza coi buchi (NDR).
 
Non che la cosa fosse ignota. Ma alla fine Luca Zaia ha dovuto mostrare la sua vera natura. Quella di erede del sistema di potere messo in piedi da Galan e soci. Basta una scorsa veloce al progetto di legge regionale sulla revisione dei project financing per capire quale sia l'intenzione reale del governatore veneto. «Per la copertura di oneri che sono previsti a carico della Regione - si legge all'articolo 4 comma 5 del disegno di legge 15 del 29 giugno 2015, primo firmatario Zaia - per la realizzazione di singole opere non oggetto di provvedimenti di revoca e che non sono ancora finanziati, la giunta regionale è autorizzata a ricorrere alla concessione di mutui da parte della Cassa Depositi e Prestiti o da parte di altri Istituti di credito e comunque a contrarre ad altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente per un importo complessivo non superiore a Euro centocinquanta milioni di euro».
Questo potrebbe essere il costo per l'uscita in bonis dalla partita dei project financing. La cosa grave è che Zaia non spiega esattamente quali siano gli oneri per la regione. Segno evidente che non ci sono. O, a meno che non siano stati occultati in qualche incoffessabile accordo mai venuto alla luce, se ci sono, sono più che altro immaginari, perché il richiamo all'articolo «21 quinquies della legge 7 agosto 1990 numero 241» in ragione del quale lo Stato prevede un ristoro a favore del privato è campato per aria. Il ristoro infatti è previsto dalla norma solo a fronte di circostanze specifiche, per esempio un contratto valido, magari di convenzione, già stipulato tra le parti. L'avvio di un semplice iter non costituisce alcun titolo di pretesa da parte dei privati. Zaia, o meglio i legulei che gli hanno scritto il disegno di legge, lo sanno; tanto che per impiccare la regione all'albero di futuri pagamenti verso terzi, all'oggi non si capisce perché dovuti, è necessario che sia proprio la deibera allo studio del consiglio a disegnare il diritto acquisito per il privato.