martedì 7 ottobre 2014

Peculato e malversazione, arrestato un dirigente della Regione Veneto

mattinopadova.gelocal.it
Fabio Fior è ai domiciliari. Obblighi di dimora per gli imprenditori Strano e Dei Svaldi. Collegamenti con l’inchiesta Mose: indagati Conta, Chisso e gli ex magistrati alle acque

Peculato e Malversazione, Arrestato un Dirigente Della Regione Veneto L’OPERAZIONE «BUONDI’» TRATTO da corrieredelveneto.corriere.it
VENEZIA Circa 200 finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Venezia nella mattina adi martedì hanno eseguito l’operazione denominata “Buondì”, con tre ordinanze cautelari (di cui una agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora), nei confronti di Fabio Fior, dirigente della Regione Veneto (ai domiciliari), Sebastiano Strano, imprenditore nel settore ambientale e Maria Dei Svaldi, imprenditrice (entrambi agli obblighi di dimora). Sono in corso circa 50 perquisizioni in Veneto ed Emilia Romagna, con l’esecuzione di sequestri di conti correnti nei confronti di diverse società coinvolte nelle indagini. Le indagini della Guardia di Finanza di Venezia, coordinate dai pm,Giorgio Gava di Venezia e Sergio Dini di Padova, traggono origine da un approfondimento informativo a seguito di un controllo incrociato ai fini tributari nel settore dei materiali ferrosi effettuato nel 2011 da militari del nucleo di Polizia tributaria di Venezia negli Uffici della Regione Veneto. Tra gli indagati compaiono anche nomi già finiti nella vicenda Mose. Come l’ex assessore regionale Veneto, Renato Chisso, 60 anni, di Favaro Veneto (Venezia), ancora in carcere a Pisa, il suo segretario Roberto Casarin, 69, di Mestre (Venezia), e gli ex presidenti del Magistrato alle Acque di Venezia Maria Giovanna Piva, 66, di Mestre, e Patrizio Cuccioletta, 70, di Roma. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta odierna anche l’ex assessore regionale veneto all’Ambiente Giancarlo Conta, 65, di Verona; il suo ex segretario Paolo Zecchinelli, 50, di Pescantina (Verona) l’ex sindaco di Sant’Urbano (Padova), Dionisio Fiocco, 49, e l’ex sindaco di Piacenza d’Adige (Parma) Giorgio Lucio, 47, l’ex sindaco di Torri del Benaco, Giorgio Passionelli, 49. E ancora i dirigenti del Consorzio Venezia Nuova Roberto Pravata’, 60, di Treviso; e Johann Stocker, 68, di Merano (Bolzano) e Roberto Rosselli, 56, di Collecchio (Parma).

Dalle indagini è emersa la figura di Fabio Fior, che assommava su di sé molteplici incarichi nella procedura per il rilascio delle autorizzazioni di intervento ambientale concernenti le aree per la concentrazione dei rifiuti: era membro della commissione Via (Valutazione impatto ambientale) e della Commissione tecnica regionale all’Ambiente. Le indagini dei finanzieri hanno evidenziato come Fior, conoscendo l’iter delle varie pratiche, riusciva a farsi nominare collaudatore delle opere, in alcuni casi dichiarando falsamente di non avere incompatibilità con tale incarico e, in altri casi, omettendo del tutto di richiedere l’autorizzazione all’incarico alla Regione Veneto. Sotto le lenti degli investigatori anche le modalità di nomina delle società che per legge dovevano fungere da terzi controllori indipendenti: le indagini indicano che tali società sarebbero riconducibili a Fior attraverso una fiduciaria svizzera, gestita dal commercialista Gionata Sergio Molteni, indagato. La fiduciaria svizzera possedeva altresì le quote di altre società coinvolte nel giro dei terzi controllori indipendenti e riconducibili ad altri sodali di Fior, identificati in Maria Dei Svaldi e Sebastiano Strano. Tali società potevano contare su modalità agevolate di assegnazione dei contratti di controllo, grazie al lavoro di Fior in seno agli organismi competenti della Regione Veneto: in questo modo sarebbero stati acquisiti notevoli profitti che difficilmente sarebbero stati conseguibili in una situazione di “libero mercato”.

Sono stati monitorati, attraverso intercettazionitelefoniche e ambientali, molteplici viaggi dall’Italia alla Svizzera degli indagati che comproverebbero, grazie anche agli accertamenti bancari effettuati dalle Fiamme Gialle, un’ingente fuga di capitali illeciti. In una prima fase delle indagini sono anche state contestate amministrativamente le omesse comunicazioni agli organismi competenti degli avvenuti collaudi da parte dei committenti: ciò ha permesso all’Erario di recuperare 1.985.683,54 euro per mancata comunicazione dei compensi e per conferimenti di collaudi senza autorizzazione; a fronte di tale attività la Regione Veneto ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti di Fabio Fior che è stato sospeso per sei mesi dal proprio ufficio dal 01.10.2013 al 31.03.2014. I reati contestati sono: peculato, malversazione a danno dello Stato, abuso d’ufficio , falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici., falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Anche quest’indagine ha evidenziato il coinvolgimento di soggetti già resisi protagonisti della maxi-operazione nei confronti della “cricca del Mose”. Le società di Fabio Fior hanno ricevuto in affidamento diretto l’esecuzione dei lavori di telerilevamento delle discariche abusive presenti sul territorio regionale e di certificazione ambientale di otto comuni rivieraschi del Garda, lavori finanziati con fondi regionali dell’assessorato all’Ambiente (retto all’epoca dei fatti dagli assessori Giancarlo Conta prima e Renato Chisso poi, entrambi indagati per abuso d’ufficio) e assegnati al Magistrato alle Acque di Venezia per l’individuazione del soggetto esecutore. Il Magistrato alle Acque (ufficio retto all’epoca da Maria Giovanna Piva e, successivamente, da Patrizio Cuccioletta, entrambi indagati per abuso d’ufficio) ha affidato l’incarico direttamente al Consorzio Venezia Nuova, aggirando la normativa sugli appalti. Attraverso la complicità di un funzionario responsabile del Servizio Informativo del Consorzio Venezia Nuova, Roberto Rosselli (indagato per abuso d’ufficio), i lavori di telerilevamento per complessivi 2,5 milioni di euro sono stati assegnati alla società Marte s.r.l., riconducibile a Fabio Fior e ai suoi sodali; la Regione non ha invece sborsato il denaro relativo alla certificazione ambientale dei comuni rivieraschi del Garda perché le società riconducibili a Fior non hanno fornito sufficiente documentazione giustificativa delle spese sostenute. Fior ha operato fraudolentemente anche nel progetto di forestazione della discarica di Sant’Urbano (Padova): prendendo spunto dal Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ha creato i presupposti per l’istituzione di un fondo pubblico regionale, alimentato da parte della tassa sui rifiuti di alcuni comuni limitrofi alla discarica, che avrebbe dovuto essere gestito direttamente dal Comune di Sant’Urbano.

Il denaro del fondo è stato attribuito - attraverso un incarico fatto avere direttamente alla società Green Project srl, creata ad hoc e riconducibile a Fior, che ha ricevuto complessivamente 5 milioni di euro in virtù di una convenzione con le amministrazioni locali, in particolare col Comune di Sant’Urbano: le opere di forestazione sono iniziate e subito abbandonate e, a fronte di ciò, la Regione Veneto - cooperando di fatto con le Fiamme Gialle di Venezia - ha aperto un contenzioso con la Green Project, tuttora in corso, ottenendo la restituzione di oltre tre milioni di fondi indebitamente percepiti.

«In riferimento alle notizie che questa mattina vedono inserito il mio nome all’interno di indagini in corso - scrive Giancarlo Conta in una nota - tengo a sottolineare che sono assolutamente estraneo ai fatti. Il mio operato come amministratore è sempre stato trasparente e rispettoso delle normative e delle procedure. Pertanto confido nell’operato della magistratura».

07 ottobre 2014

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