domenica 10 agosto 2014

Imposte azzerate per 12 anni, così il Governo e il Cipe hanno salvato la Pedemontana Lombarda

stradafacendo.tgcom24.it
Defiscalizzazione decisa il 1° agosto 
Esenzione totale Ires, Irap e Iva fin dalle prime tratte completate
Dal 2016 un valore nominale di minori introiti per lo Stato di 800 milioni
800 mln di imposta non versate questo il regalo a Pedemontana Lombarda che di fatto è stata salvata e sottratta ai rischi di mercato in aperta violazione delle norme e delle direttive europee. 

Lo stesso è stato fatto con i 1050 mln di € di cotributi pubblici per SuperAutostrada Pedemontana Veneta, anche questi defiscalizzati! 

Di seguito la furbata all'italiana del governo con la quale il buco di Pedeombarda si trasforma in debito dei cittadini:


""Il presuppposto per la concessione degli sconti fiscali è stato il complesso di eventi che dopo il 2009 ha fatto "saltare" il piano economico-finanziario (Pef) allora firmato: crisi economica, aumento del costo del debito, richieste di aumento dell'equity da parte delle banche, ridimensionamento delle previsioni di traffico. Tutti fattori che i tecnici del Mef e di Palazzo Chigi hanno ritenuto "straordinari" e "imprevedibili", da considerare cioè al di fuori del "rischio di mercato" trasferito al concessionario, e dunque come tali possono giustificare il riequilibrio del Pef. "" 
""...il governo ha deciso, e ha deciso di fatto smussando e ammorbidendo alcune delle prescrizioni che il Nucleo di consulenza per l'Attuazione e Regolazione dei Servizi di pubblica utilità-NARS (su imput del Ministero dell'Economia e Finanaza) aveva posto nei mesi scorsi, frenando l'istruttoria..."".
TRATTO DA www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com 
L'istruttoria dura di fatto dallo scorso anno, e la decisione Cipe di concedere gli sconti fiscali di cui all'articolo 18 della legge 183/2011 era già stata esaminata e rinviata dal Cipe il 18 aprile scorso. Ora finalmente il governo ha deciso, e ha deciso di fatto smussando e ammorbidendo alcune delle prescrizioni che il Nars (su imput del Mef) aveva posto nei mesi scorsi, frenando l'istruttoria. Gli sconti fiscali saranno riconosciuti subito, fin dall'avvio dell'esercizio sulle prime tratte, e non solo alla fine, al completamento dell'intero opera, come aveva inizialmente chiesto il Nars. Una prescizione non da poco, evidentemente, mentre l'accordo tra la concedente Cal (Anas-Regione Lombardia) e la concessionaria Pedemontana Lombarda (controllata indirettamente dalla Provincia di Milano tramitre Asam e la Milano-Serravalle, ad horas tutto dovrebbe passare alla Regione Lombardia in forza del Dl 90/2014) si basava, e basava il nuovo piano finanziario, sull'applicazione immediata degli sconti fiscali. E' passata dunque - seppure dopo molti mesi di travaglio - questa versione.

L'esenzione fiscale sarà totale, la società cioè non pagherà un euro di tasse, dal 2016 al 2027, per un valore nominale di minori incassi per lo Stato stimato in 800 milioni di euro (circa 67 milioni all'anno per 12 anni), pari in valore attualizzato a 349 milioni di euro (se cioè lo Stato volesse riequilibrare il piano economico-finanziario versando un contributo pubblico "cash", dovrebbe versare 349 milioni di euro).


I sostenitori della defiscalizzazizone per Pedemontana, naturalmente, e alla fine anche lo stesso Cipe, sostengono che non ha molto senso parlare di "minori tasse pagate allo Stato", perché attualmente il piano finanziario di Pedemontana è bloccato, le banche non concedono finanziamenti senza una quota aggiuntiva di aiuto pubblico. Grazie alla defiscalizzazione, dunque, senza esborso diretto per lo Stato, si consente a un'opera da oltre quattro miliardi di euro di proseguire i suoi cantieri, consentendo così allo Stato di incassare altre tasse (Iva e imposte delle società che realizzano i lavori) che altrimenti non ci sarebbero state. E la stessa Pedemontana Spa, che potrà non pagare tasse dal 2016 al 2027, le dovrà poi pagare dal 2028 al 2046.



Il presuppposto per la concessione degli sconti fiscali è stato il complesso di eventi che dopo il 2009 ha fatto "saltare" il piano economico-finanziario (Pef) allora firmato: crisi economica, aumento del costo del debito, richieste di aumento dell'equity da parte delle banche, ridimensionamento delle previsioni di traffico. Tutti fattori che i tecnici del Mef e di Palazzo Chigi hanno ritenuto "straordinari" e "imprevedibili", da considerare cioè al di fuori del "rischio di mercato" trasferito al concessionario, e dunque come tali possono giustificare il riequilibrio del Pef. 

L'istruttoria Cipe, e il parere Nars, hanno comunque "aggiustato" il piano con la defiscalizzazione facendo in modo che non cambiasse rispetto alla convenzione del 2009, per i soci di Pedemontana, il tasso di redditività del capitale investito (Tir dell'equity), che resta dunque al 10% circa.

Rispetto al parere Nars di aprile, inoltre, sono state eliminate le prescrizioni circa l'obbligo per i soci di Pedemontana di versare l'equity entro certe date, e di presentare una "lettera di intenti" delle banche prima della stessa delibera Cipe. Alla fine, adeguandosi alle stesse Linee guida Cipe sulla defiscalizzazione del 2013, ha indicato come unica prescrizione l'obbligo per la società di arrivare al closing con le banche (contratto di finanziamento) entro 12 mesi dalla pubblicazione della delibera in Gazzetta (pena la revoca del finanziamento). «La società, comunque - spiegaVincenzo Pozzi, presidente della concedente Cal ed ex presidente dell'Anas -, grazie alla delibera Cipe, è in condizioni di avviare subito le trattative con le banche, e l'obiettivo è di essere già pronti a firmare al momento della pubblicazione della delibera in Gazzetta».

Serviranno prestiti ponte per proseguire i cantieri?
«Vedremo - risponde Pozzi - ma la delibera Cipe è molto importante, soprattutto perché consente di avere gli sconti fiscali fin dalle prime tratte, e questo sbloccherà la trattativa con le banche: prestito ponte e prestito a lungo termine fanno parte di un accordo globale con le banche. Fra l'altro il fatto che sia ora la Regione, e non più la Provincia di Milano, a controllare la Pedemontana, consente più serenità sul fronte della liquidità».
Non servirà più dunque più cedere sul mercato le quote di controllo di Milano-Serravalle (che controlla Pedemontana al 76%)?
«La strategia di fondo resta quella - risponde Pozzi - ma (ripeto) con più tranquillità».

PEDEMONTANA, I NUMERI 
La Pedemontana è un'opera da 157 km che supera i 5 miliardi di euro di costo complessivo, e che gode già di un finanziamento pubblico di 1,244 miliardi (oltre a 1,3 miliardi di "valore di subentro" previsto dalla convenzione 2009) e che ha fino ad ora richiesto un'equity pari a 536 milioni di euro ma di questi solo 268 sono già stati versati dai soci: al 76,4% la Milano Serravalle–Milano Tangenziali, poi una serie di istituti bancari al 14,9 Equiter, al 4,4% Intesa San Paolo, al 3,7 Ubi banca. Il resto è da trovare sul mercato del credito ma a frenare i rapporti tra Pedemontana e banche è stato negli ultimi anni il valore dell'equity che per gli istituti di credito dovrebbe in pratica raddoppiare arrivando a un miliardo (forse un po' meno dopo la concessione degli sconti fiscali). 
Attualmente sono in corso (in fase avanzata, dovrebbero finire a inizio 2015) i lavori sulla tratta A (15 km tra l'A8 Milano-Varese e l'A9 Milano-Como) e sul primo lotto della tangenziale di Como (appalto unico affidato nel 2008 all'Ati a guida Impregilo: costo complessivo della tratta 1.174 milioni, importo di aggiudicazione all'appaltatore 691), mentre è stata aggiudicata a Strabag (contratto da 1.713 milioni) ma è ancora privo di finanziamento il maxi-lotto residuo dal costo complessivo di 2.648 milioni (tratte B1, B2, C, D, 2° lotto tangenziale di Como, 2° lotto tangenziale di Varese).

LA DEFISCALIZZAZIONE 
Come noto l'articolo 18 della legge 183/2011 (si vedano le Linee guida Cipe) consente al Cipe di concedere, con delibere caso per caso, sconti fiscali (parziali o totali) sull'Ires, l'Irap e l'Iva dovuti dalla società di progetto o dal concessionario dell'opera. Il Cipe deve prima calcolare il "contributo pubblico teorico" che sarebbe necessario per far quadrare il piano economico-finanziario (calcolato come se fosse concesso in conto capitale nel corso della costruzione). Poi bisogna "trasformare" tale cifra, con complesse operazioni di matematica finanziaria, in un valore cumulato pluriennale di sconti che in valore attuale corrisponda al contributo pubblico teorico.
Nel caso della Pedemontana Lombarda i tecnici del Nars hanno calcolato che quel che serve a far quadrare il piano sono 349 milioni di euro di valore attuale delle defiscalizzazioni.

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