martedì 15 aprile 2014

DEF: SCRITTO SOTTO DETTATURA DEI POTERI FORTI. 2 QUESTIONI AL CENTRO DELLA POLITICA VENETA E NAZIONALE

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Il CoVePA in questo editoriale ha cercato di proporre una sintesi critica delle questioni in campo(ndr). 
Il disegno dettato dai poteri forti contenuto nel documento economico e finanziario parla di eliminare vincoli inutili. Tutto questo viene giustificato con il desiderio di rifare l'Italia e con la general generica richiesta di un nuovo paese e nuove occasioni di "crescita". Si parla di abbandonare e togliere vincoli inutili anche quelli nella costituzione e nel sistema democratico come lo conosciamo. Nel Veneto questa rimozione dei vincoli vuole dire la sua trasformazione in un continuo cementificato. Essa equivale ad attaccare democrazia e costituzione e alla negazione della legalità. Democrazia, costituzione e legalità non esistono se non esiste il territorio e la terra stessa e di conseguenza nei fatti non esiste più una politica libera. Difesa della democrazia e della costituzione, pretesa di legalità non sono rallentamenti o fastidi da rottamare. E' dunque legittimo cercare di capire cosa stia facendo il Governo Renzi per rimuovere i cosiddetti rallentamenti o fastidi.

Fra le cause dei rallentamenti o dei fastidi da "rottamare", oltre a tutto il pacchetto istituzionale e costituzionale, Renzi infila anche il pacchetto sul controllo di territorio e ambiente, per questo spesso cita le Soprintendenze come "retaggio ottocentesco". Tutto questo è nascosto dietro al rilancio delle nostre ricchezze ma che spesso sono gestite come cosa loro o come set per il lobbista di turno. Dietro a questa visione spregiudicata di una faccia da ... giovane all'olio d'oliva toscano, c'è il governo tripartisan  Coop-Compagnia-Banche, che detta le regole sugli appalti, lavoro, economia e investimenti. Dietro al DEF si articola una legislazione costruita su misura per assicurarsi enormi appalti  a spese dei contribuenti e dei cittadini-utenti.  Gli amici degli amici delle cordate Galan-Chisso-Sartori-Tosi-Baita-Brentan-Penati, ecc. festeggiano.
Il dato nuovo è l'improvviso abbandono delle Coop dei loro classici referenti (Bersani, D'Alema, gli ex comunisti tosco-emiliani e lagunari per noi che scriviamo) alle primarie del PD. Sono talmente forti gli accordi con i vari "poteri" di cui le Coop+Unipol sono parte integrante, che hanno preteso di essere rappresentate direttamente nel governo entrandovi a pieno titolo con uno dei massimi esponenti: il ministro Poletti. Roba che neanche Berlusconi e Monti avevano osato proporre.
Tutto ciò rientra in quel quadro di attacco alla democrazia rappresentativa e materiale, alla costituzione su cui è fondata, considerata incompatibile con il "decidere"  che è il  problema prioritario e fondamentale da cui deriva tutto il resto, comprese grandi e  meno grandi opere.
Da queste considerazioni discendono alcune riflessioni su alcune emergenze fondamentali da affrontare con assoluta priorità e da porre al centro della riflessione dei cittadini, dei loro rappresentanti dei comitati e di chiunque immagini azioni di mobilitazione e sensibilizzazione politica:

 1. la difesa della democrazia e della costituzione, intese sia come principi formali, sia come punti concreti e materiali. Si tratta di convenire su come debbano essere attuate, sia nelle forme della rappresentanza democraticamente eletta che nelle forme della autorganizzazione. Democrazia e Costituzione sono attaccate in modo sistematico senza precedenti dai poteri forti che usano "l'antipolitica" di Renzi, "in piena sintonia con quella di Berlusconi ". La giusta rabbia della gente contro la mala-politica (ed il ceto politico che ne è responsabile), viene impiegata per favorire derive presidenzialiste e  neo-autoritarie. Esse sono declinate con una serie di atti in programma: il rafforzamento dei poteri del Premier o del Presidente della Repubblica, eletto direttamente o no;  lo svuotamento delle funzioni del parlamento, ridotto ad una sola camera di "nominati"; l'eliminazione delle province come organismo  politico elettivo; la riduzione del numero e dei poteri dei consiglieri comunali e degli organi rappresentativi più vicini ai cittadini; il controllo dei TAR, per ridurre i ricorsi contro il sistema affaristico politico spacciato per "nuovo sviluppo"; la tutela politica dei provvedimenti della Pubblica Amministarzione e del sistema degli gli appalti irregolari; il tentativo di mettere sotto controllo politico i PM la Magistratura con la storia dei magistrati inquirenti e giudicanti; la nuova legislazione sugli appalti delle Grandi Opere e dei Project Financing; le prospettate modifiche legislative in campo ambientale, paesaggistico e territoriale e delle Soprintendenze.

2. La questione della legalità in generale e nello specifico del territorio del Veneto, dove emerge ogni giorno il fortissimo intreccio tra settori politici "multipartisan": la grande impresa , la grande finanza , la malavita organizzata. Serve una forte iniziativa  in tal senso, che abbia fra gli obiettivi il rilancio e il sostegno, alle maggiori inchieste, quella sul CVN /Mose (Mazzacurati-PioSavioli) e quella sulla Mantovani ed i Project Financing (Baita, Brentan, ecc.). Sembra che siano arenate, e aver intrapreso canali sotterranei e dimenticati. Rischiano di essere accantonate e di concludersi, nel silenzio assoluto dei media nazionali. Il patteggiamento ed il rito abbreviato e le condanne irrisorie nascondono il livello politico che ha permesso e permette ancora la sistematica violazione o interpretazione truffaldina delle norme. Un esempio è quanto che si sta verificando adesso nella Pedemontana Veneta, dove sono sistematicamente violante le norme sulla VIA e comunque si da avvio ai cantieri in virtù di una inesistente emergenza. 
Arrivare al livello politico che copre tutto, molto probabilmente  vuol dire, arrivare al livello nazionale, visti gli enormi interessi legati ai finanziamenti miliardari pubblici pluridecennali. La stampa regionale e quella nazionale sembrano aver dimenticato le due Commissioni d'inchiesta decise dal Consiglio Regionale , quella speciale sulle vicende Mose/Mantovani e quella ordinaria sulle società regionali e partecipate  (fra cui Veneto Strade): da queste non si ha alcuna notizia, sembra siano state completamente fermate fin dalla loro istituzione ormai un anno fa e anche questo sta avvennendo nel silenzio generale.

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