venerdì 18 gennaio 2013

ARZIGNANO RINGRAZIA. GASSIFICATORE, SALUTE E ECONOMIA


il Dott. Gentilin Sindaco di Arzignano
jazz blues e indignazione - TRATTO DAL BLOG DEL DOTT. TITTA FAZIO DI ARZIGNANO: La rubrica "Info@arzignanodialoga.it" a cura della Giunta comunale di Arzignano così pubblica l'11 Gennaio "CONCIA: GENTILIN HA RISOLTO L'EMERGENZA FANGHI Grazie all'intervento diretto del Sindaco di Arzignano, presso il Ministero dell'Ambiente, il Consiglio dei Ministri riunitosi a Palazzo Chigi il 11/01/13, ha approvato un decreto legge per superare la situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti esistenti, mettendo fine di fatto "all'emergenza fanghi". Gentilin: "

In realtà non si tratta di un decreto esclusivo per il depuratore di Arzignano ma dell'edizione del decreto mille proroghe bis che copre i "buchi" lasciati dal precedente decreto votato al Senato della Repubblica che non rinnovava, tra le altre cose, la deroga alla legge del 2007 con cui si faceva divieto di mettere in discarica rifiuti con valore calorico superiore a di 13.000 kilojoue al chilo. Il mancato rinnovo della deroga della legge aveva gettato nel panico non solo il presidente dell'ATO ma tutta l'area della concia della Valle del Chiampo e dintorni , dagli industriali alle associazioni sindacali . Fortunatamente il rinnovo della deroga, per un altro anno, salva l'intero comparto dalla paralisi.
Tuttavia ci sembra assurdo che dal 2007 a oggi un settore così importante della nostra area produttiva sia stato ancorato al rinnovo, di anno in anno, di una deroga alla legge del 2007 senza che le autorità preposte e gli industriali si preoccupassero seriamente di impostare un piano di modernizzazione e compatibilità ambientale di tutta la linea produttiva del comparto concia e delle modalità di smaltimento dei fanghi di risulta.
Questo modo di procedere su un settore economico vitale per la nostra vallata può definirsi avventuristico e, come tale,vanno giudicate tutte le azioni intraprese fino ad ora che si preoccupano solo di risparmiare sullo stoccaggio in discarica, tramite l'essiccamento dei fanghi ( con un impianto che , asseriscono, sia costato venti milioni di euro) e sul reperimento di nuove discariche in Emilia Romagna.  Si congratula per la grazia ricevuta anche il presidente di "Acque del Chiampo"Antonio Fracasso che invoca ad alta voce la costruzione di un gassificatore,con un contributo anche da privati, come ultimo passo per una definitiva soluzione del problema.
Come al solito, non si cerca la soluzione a monte ma sempre a valle, ignorando non solo i gravi rischi per l'ambiente e la salute dei cittadini che tale opera comporterebbe ma anche il grave pericolo di portare l'intero comparto della concia in un cul de sac come quello in cui è finita l' lLVA di Taranto. Un mostro ecologico come un mega gassificatore nella nostra area,una volta accertate  le ricadute sull'ambiente e sulla popolazione da esso provocate,non sarebbe esente dal rischio di sequestro da parte della magistratura.
A quel punto la nostra economia non avrebbe più scampo. Se la sente il presidente di "Acque del Chiampo" di giocare alla roulette russa sulla pelle di produttori , lavoratori e cittadini? Ritiene saggio affidare ad un impianto discutibilissimo l'economia e la salute della intera vallata?
Fino ad oggi le notizie sulla innocuità del gassificatore sono fumose e incerte né il presidente dell'ATO Giorgio Gentilin ha mai pubblicato i dati sulla sperimentazione, eseguita in Norvegia su 200 tonnellate di fanghi del depuratore di Arzignano, richiesti da varie associazioni ambientaliste,da privati e da enti pubblici. Così facendo ha ignorato la legge sulla trasparenza dei dati ambientali. In più il presidente dell'ATO ha pubblicamente dichiarato in una risposta a chi chiedeva i suddetti dati, che tali informazioni  non sarebbero disponibili in quanto di proprietà di una azienda privata: la SICIT.
Tuttavia, contrariamente a quanto afferma Gentilin, abbiamo prove documentali che tale sperimentazione è stata eseguita su richiesta di "Acque del Chiampo" ed eseguita con il contributo di fondi europei. Il vero problema è la presenza o meno di  micro polveri nelle emissioni dei camini poiché, come afferma il professore Tamino, non è tanto importante la percentuale di queste nelle emissioni quanto la quantità totale per giorno e per anno di PM 10, 2.5  e 0.1 che si diffonderebbe nell'area circostante. Della nocività delle micro polveri, capaci persino di penetrare attraverso la circolazione sanguigna nei feti in gestazione, ha diffusamente parlato il Dott. Vincenzo Cordiano nella conferenza tenuta dalla CiLLSA a Villa Brusarosco il 14 Dicembre dello scorso anno. Su questo ritorneremo in seguito. Intanto sentiamo quali siano le opinioni di persone  estranee all'ambiente arzignanese ma importanti per competenza e collocazione sociale.
"Il sistema della torcia al plasma" afferma Stefano Consonni, professore del dipartimento di energia del Politecnico ,"è un tormentone ricorrente di cui si parla da almeno 10 anni. La sua applicazione su larga scala non è sensata, in primo luogo perché si possono gassificare i rifiuti soltanto in piccola quantità e poi perché il suo utilizzo ha costi altissimi. La gassificazione dei rifiuti è un sistema di nicchia, utile e logica quando si parla di portaerei o di grandi navi,ma, in un contesto cittadino è fuori discussione".
Del resto anche il commissario straordinario della Provincia di Vicenza Attilio Schneck, relativamente alla bocciatura di un gassificatore simile nel comune di Cassola dichiara : «Avevamo apertamente espresso la nostra contrarietà all’impianto, valutando che dal punto di vista urbanistico era stata scelta un’area troppo antropizzata per un’attività di gestione dei rifiuti".
E non è il solo a ritenere che un simile impianto non possa essere costruito in un'area urbanizzata, simile a quella su cui convergono i tre comuni di Arzignano, Montorso e Montecchio Maggiore, anche  il presidente del comparto concia della confindustria Moreno Michelazzo dichiara che un gassificatore deve essere costruito " in zona che sia lontana dal contesto urbano". Per tali considerazioni è stata annullata la costruzione di un gassificatore a Cassola.

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