lunedì 12 novembre 2012

DA NUOVAVICENZA.IT - Cave, l’ultimo business del buco è la Pedemontana


Cave, l’ultimo business del buco è la Pedemontana http://www.nuovavicenza.it/2012/11/cave-lultimo-business-del-buco-e-la-pedemontana/

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Gli scavi per la Pedemontana (dal sito http://difesasaluteterritorio.blogspot.it/)
In un Veneto già crivellato da oltre 570 cave sta prendendo vita una nuova grande area di scavo. È il cantiere delle Pedemontana, che di fatto diventerà un enorme bacino da cui sarà possibile asportare, riutilizzare, trasformare e mettere in commercio qualcosa come 9 milioni di metri cubi di materiali, soprattutto sabbie e ghiaie.
L’allarme è stato lanciato in questi giorni dai comitati del gruppo Difesa Salute Territorio che seguono da vicino il cantiere della nuova super strada nei comuni dell’alto vicentino dove sono partiti i lavori. Foto alla mano, dove si notano montagne di ghiaia e scavi profondi svariati metri (sono i tratti in cui la strada passerà in trincea), i comitati osservano come lo scavo in profondità permetta un maggior accumulo di ghiaia ed  interrompa “lo strato di argilla che è il filtro per le sostanze inquinanti”. E si chiedono:  “Come mai si scava tanto in profondità proprio nei punti dove la falda è più a rischio? Forse perché sono i punti in cui la ghiaia è presente in grande quantità ed è di ottima qualità? Nel progetto definitivo del tratto Breganze – Marostica viene evidenziato che su 60 km di autostrada in trincea ben 35 sono a rischio idraulico e per circa 3,5 km si andrà ad interferire con la falda freatica, con il manto stradale che di fatto si troverà al di sotto del livello dell’acqua”.
La risposta ai quesiti si trova in una deliberazione della giunta regionale, la n. 1886 dello scorso 18 settembre intitolata “Superstrada Pedemontana Veneta: gestione e utilizzo dei materiali di scavo”. Lì si legge che “secondo i dati contenuti nel Progetto Definitivo, la realizzazione dell’infrastruttura in argomento prevede un esubero complessivo di materiale di circa 13 milioni di metri cubi nell’arco di 5 anni, derivante dalle opere di scavo sia in galleria che in trincea, dei quali circa 9 milioni di m.c. di materiale inerte utilizzabile industrialmente e costituito in prevalenza da sabbie e ghiaie”.


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