martedì 5 giugno 2012

CGIL - Ambiente e territorio Nazionale: Proposta di riordino della protezione civile

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Dopo i numerosi articoli apparsi, sia sui quotidiani che su le testate on-line, in relazione ad un possibile annullamento del commissario della Pedemontana Veneta, rispondiamo riportando il dibattito sui fatti. La discussione alla commissione del Parlamento non ci fa certo stare tranquilli, certe affermazioni sono fumo negli occhi. Sottolineiamo per l'ennesima volta che il Commissario e l'emergenza nella Pedemontana Veneta sono illegali per due sentenze.. La Protezione Civile ha operato insieme alla Regione Veneto e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con profili di sovversione delle regole e per noi oltre i limiti dei poteri che gli affidano i principi democratici e costituzionali. E' poco onorevole vantare incapacità e insufficienze burocratiche, create per far esplodere i costi, aumentare le fette di torta e creare un debito rampante nelle tasche dei cittadini, proprio da chi vorrebbe la conservazione dei commissari. Questi sono chiamati a gestire affari più che progetti oltre ogni capacità di controllo. il rischio è quello di avere dei Pirati in giro per il territorio, e esiste realmente il rischio paventato dall'allora presidente Francesco Cossiga che respinse alle camere in prima lettura la legge istitutiva nel 1991. Egli affermò (X legislatura, Doc. I, n. 6, pp. 6-7 come riportato da Wikipedia): “la nostra Costituzione – in questo radicalmente differente da altre moderne costituzioni europee – non ha solo ignorato ma ha voluto ignorare la possibile esistenza di stati di emergenza, cioè di situazioni la cui gestione può richiedere un diverso ordine di funzionamento dei pubblici poteri, politici ed amministrativi, ed una capacità di deroga all’ordinamento vigente in via ordinaria, e non ha conseguentemente né previsto né disciplinato gli istituti, le forme, i modi, i limiti, le speciali capacità per la gestione di detti stati di emergenza. Da tale constatazione non deriva però che possa escludersi in via assoluta che anche nel nostro ordinamento costituzionale si prevedano, anche solo con legge ordinaria, stati di emergenza e regimi istituzionali particolari per la loro gestione. Ciò è certamente possibile, ma, da un lato, la legittimità costituzionale richiede che essi si muovano strettamente all’interno del sistema di garanzie e diritti del cittadino e nel sistema di Governo istituito dalla Costituzione e, dall’altro lato, la convenienza e la correttezza costituzionale, oltre ad una ordinata tecnica legislativa – che peraltro acquista rilevanza istituzionale per i valori di certezza e quindi riconoscibilità giuridica degli atti che essa predispone – richiedono la massima chiarezza e l’aderenza a rigorosi criteri di necessità nell’istituire regimi speciali di esercizio di funzioni amministrative, in deroga all’organizzazione ordinaria ed alla legislazione in via permanente ed ordinaria. A questo proposito gran parte della dottrina ritiene che, soprattutto sotto il profilo della garanzia, la dichiarazione e la gestione degli stati d’emergenza – specie se con gli effetti del tipo di quelli previsti dalla legge in esame – siano procedure da cui non si possa escludere il Presidente della Repubblica quale Capo dello Stato, od anche il Presidente del Consiglio dei ministri quale Capo dell’Esecutivo, almeno nella fase dell’instaurazione degli stati di emergenza”. La Protezione Civile usi, se vuole, i commissari, ma facciano le operazioni di soccorso, gestiscano le vere emergenze, lavorino sui luoghi delle calamità, essa organizzi la prevenzione e la preparazione degli operatori del soccorso, dei cittadini e dei territori, sia aperta alle istituzioni e ai controlli. Per questo inseriamo un concreto contributo al ragionamento sulle proposte del governo Monti messo in campo dalla CGIL Ambiente e Territorio nazionale.  

La Protezione Civile viene istituita in Italia con la Legge n° 225 del 24 febbraio 1992. E’ organizzata come “servizio nazionale”, coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ed è composta dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale.
Con "Protezione Civile" si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare la vita, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali e da catastrofi. Diversi gli interventi che hanno modificato dalla sua approvazione, direttamente o per effetto di norme che hanno riverberato i loro effetti anche sulla Legge istitutiva, alcuni contenuti della Legge 225. Il più violento è stato operato dal Governo Berlusconi che nel 2001 - con un Decreto Legge – ha introdotto una norma che consentiva al Dipartimento della Protezione Civile di operare anche con riferimento ai grandi eventi diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza. Le cronache giudiziarie, le inchieste e le denunce hanno ampiamente dato conto dell’effettiva portata di questa modifica sul versante del malaffare e della opacità. 
Questa previsione viene abrogata nel gennaio del 2012 e, successivamente, il Governo predispone un Decreto Legge con l’obiettivo di andare ad un riordino complessivo della Protezione Civile. Superfluo descrivere qui il valore e l’importanza della nostra Protezione Civile, il valore e l’impegno di migliaia di operatori, una funzione rilevante non solo in termini di intervento ma sempre più importante anche in termini di studio e prevenzione. L’esame della conversione in Legge del Decreto è affidato, alla Camera dei Deputati, alla Commissione Affari Costituzionali e alla Commissione Ambiente e territorio.
Al Presidente della Commissione Ambiente abbiamo inviato nella giornata di ieri (31/05/12 ndr) le nostre osservazioni e proposte relativamente al testo dell’articolato. Nella stessa giornata, stante il rilievo e le implicazioni del tema “Protezione Civile”, abbiamo unitariamente richiesto ai Presidenti delle due Commissioni parlamentari un’audizione allo scopo di meglio rappresentare le nostre proposte. Rimandando ad una lettura delle osservazioni inviate per meglio descrivere l’insieme delle nostre posizioni, costruite a partire da un’elaborazione di merito di Funzione Pubblica CGIL, ciò che ci interessa qui sottolineare, come giudizio complessivo, è che a fronte di una grande soddisfazione per il superamento dell’affidamento alla Protezione Civile della gestione dei Grandi Eventi, non condividiamo nel modo più assoluto una piegatura dell’attuale natura pubblica del Servizio di Protezione Civile verso la sua privatizzazione, con un abbandono progressivo in termini di risorse ordinarie stanziate e di durata massima dell’intervento, ed una individualizzazione del rischio mediante la sollecitazione ad autoproteggersi assicurando contro i rischi le proprie abitazioni o insediamenti. Su questo dato c’è un punto strategico che ci divide nettamente dalle scelte del Governo. Non solo, anche alla luce dei tragici eventi che hanno colpito recentemente alcuni territori, in particolare dell’Emilia Romagna, riteniamo che la funzione di previsione, prevenzione e gestione integrata del territorio per superare rischi e degrado, debba essere rafforzata e rifinanziata in una ottica strategica e “solidale”. CGIL e Funzione Pubblica hanno convenuto di costruire rapidamente una iniziativa comune che, coinvolgendo l’insieme dell’organizzazione e le istituzioni più rappresentative, contribuisca a riformare e rilanciare un Servizio fondamentale per il Paese e per i cittadini.
 Allegati: 
 - Richiesta unitaria di audizione

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